Il simbolismo degli oggetti abbandonati a fine estate: quando la spiaggia diventa uno specchio dell'anima.

Assunta Pasquini

La spiaggia a fine estate non è solo un luogo fisico, ma diventa uno specchio dell’anima.  Il paesaggio desolato parla di un ciclo che si chiude, ma anche della possibilità di un nuovo inizio, di una spiaggia che, una volta svuotata, si prepara ad accogliere altre stagioni, altri giochi, altre vite.

Passeggiando come di consueto, era inevitabile non osservare e riflettere  su quel curioso paesaggio di oggetti abbandonati: palette, secchielli, salvagenti, formine e qualche sedia a sdraio. Questi oggetti, apparentemente insignificanti, raccontano molto più di quanto sembri. Diventano simboli di un'estate che se ne va, di un po di malinconia ma anche di quiete e silenzi che hanno preso il posto delle tante voci e suoni che si sono mescolate nell’aria.

La paletta e il secchiello: l’eterno gioco della vita

La paletta e il secchiello, simboli del gioco infantile, sono spesso i primi oggetti ad essere dimenticati. La loro presenza sulla spiaggia deserta ci parla del desiderio innato di creare, modellare e trasformare, un impulso che l'essere umano non perde mai. Ma come ogni castello di sabbia costruito sulla battigia, tutto è destinato a svanire. Eppure, proprio in questo ciclico "fare e disfare", si nasconde un grande insegnamento: accettare l’impermanenza e abbracciare il cambiamento.